La Costituzione nella palude

Indagine su trattati al di sotto di ogni sospetto

Nonfiction, Social & Cultural Studies, Political Science, International, Treaties, Reference & Language, Law, Constitutional
Cover of the book La Costituzione nella palude by Luciano Barra Caracciolo, Imprimatur
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Author: Luciano Barra Caracciolo ISBN: 9788868303969
Publisher: Imprimatur Publication: December 4, 2015
Imprint: Language: Italian
Author: Luciano Barra Caracciolo
ISBN: 9788868303969
Publisher: Imprimatur
Publication: December 4, 2015
Imprint:
Language: Italian

«Certamente, l’azione dello Stato dovrebbe essere attenta a evitare che pochi, e male, si giovino della spesa pubblica, indirizzandola verso il massimo allargamento collettivo dei suoi effetti positivi sulla domanda aggregata nazionale. Ma questa “ottimizzazione” non è stabilita a piacimento dei governi: essa, piuttosto, risponde alla superiore indicazione contenuta proprio nella Costituzione».

La collisione tra il modello della democrazia costituzionale e la società oligarchica immaginata (e dissimulata tatticamente) nella “costruzione europea” non nasce dalla crisi economica degli ultimi anni. Si tratta di una contrapposizione che risale al momento stesso in cui, a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, vengono elaborate le teorie federaliste europee, da un lato, e i principi di democrazia economica che prenderanno corpo nella Costituzione, dall’altro.
Le teorie federaliste sono, fin dalla nascita, il vettore della restaurazione neoliberista rispetto ai modelli di società pluriclasse e di democrazia partecipata incentrati sul welfare, inteso come sistema costituzionalizzato di risoluzione del conflitto sociale: tutta la costruzione europea si snoda lungo una linea di riaffermazione dell’atipica sovranità, internazionalistica, delle leggi del mercato, in contrapposizione, irriducibile, alla sovranità democratica nazionale dei diritti sociali, cioè ai paradigmi di democrazia affermati nelle Costituzioni.
All’iniziale prevalenza della Costituzione, nell’immediato dopoguerra contrassegnato dal tentativo di realizzare la democrazia del lavoro, è seguita, nei decenni successivi, una strategia di contenimento che, irresistibilmente, proprio attraverso il federalismo europeo, ha condotto alla rivincita del modello sociale ed economico del capitalismo finanziarizzato e liberoscambista.
Oggi, la situazione è giunta a un drammatico redde rationem: la stessa Costituzione del 1948 rischia di venire cancellata nella sua effettività e, con essa, tutte le conquiste della democrazia sostanziale ottenute dopo la tragedia della seconda guerra mondiale.

Luciano Barra Caracciolo, già magistrato ordinario, poi di Tar e dal 1993 consigliere di Stato, attualmente è presidente di Sezione. Per due volte membro dell’organo di autogoverno della giustizia amministrativa, ha scritto libri e pubblicazioni in materia di diritto amministrativo e costituzionale; negli ultimi anni ha approfondito gli aspetti economici e fiscali dei trattati europei in relazione all’assetto socioeconomico contenuto nella Costituzione del 1948. Relativamente alla ricerca denominata “Analisi economica del diritto pubblico” cura il blog orizzonte48, che in pochi anni ha raggiunto migliaia di contatti.

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«Certamente, l’azione dello Stato dovrebbe essere attenta a evitare che pochi, e male, si giovino della spesa pubblica, indirizzandola verso il massimo allargamento collettivo dei suoi effetti positivi sulla domanda aggregata nazionale. Ma questa “ottimizzazione” non è stabilita a piacimento dei governi: essa, piuttosto, risponde alla superiore indicazione contenuta proprio nella Costituzione».

La collisione tra il modello della democrazia costituzionale e la società oligarchica immaginata (e dissimulata tatticamente) nella “costruzione europea” non nasce dalla crisi economica degli ultimi anni. Si tratta di una contrapposizione che risale al momento stesso in cui, a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, vengono elaborate le teorie federaliste europee, da un lato, e i principi di democrazia economica che prenderanno corpo nella Costituzione, dall’altro.
Le teorie federaliste sono, fin dalla nascita, il vettore della restaurazione neoliberista rispetto ai modelli di società pluriclasse e di democrazia partecipata incentrati sul welfare, inteso come sistema costituzionalizzato di risoluzione del conflitto sociale: tutta la costruzione europea si snoda lungo una linea di riaffermazione dell’atipica sovranità, internazionalistica, delle leggi del mercato, in contrapposizione, irriducibile, alla sovranità democratica nazionale dei diritti sociali, cioè ai paradigmi di democrazia affermati nelle Costituzioni.
All’iniziale prevalenza della Costituzione, nell’immediato dopoguerra contrassegnato dal tentativo di realizzare la democrazia del lavoro, è seguita, nei decenni successivi, una strategia di contenimento che, irresistibilmente, proprio attraverso il federalismo europeo, ha condotto alla rivincita del modello sociale ed economico del capitalismo finanziarizzato e liberoscambista.
Oggi, la situazione è giunta a un drammatico redde rationem: la stessa Costituzione del 1948 rischia di venire cancellata nella sua effettività e, con essa, tutte le conquiste della democrazia sostanziale ottenute dopo la tragedia della seconda guerra mondiale.

Luciano Barra Caracciolo, già magistrato ordinario, poi di Tar e dal 1993 consigliere di Stato, attualmente è presidente di Sezione. Per due volte membro dell’organo di autogoverno della giustizia amministrativa, ha scritto libri e pubblicazioni in materia di diritto amministrativo e costituzionale; negli ultimi anni ha approfondito gli aspetti economici e fiscali dei trattati europei in relazione all’assetto socioeconomico contenuto nella Costituzione del 1948. Relativamente alla ricerca denominata “Analisi economica del diritto pubblico” cura il blog orizzonte48, che in pochi anni ha raggiunto migliaia di contatti.

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